Veri e falsi discepoli: un'analisi del cuore
Tavole dei contenuti:
- Introduzione
- La critica al Movimento Carismatico
- L'esame del cuore: veri e falsi credenti
- L'abbandono della fede
- La defezione nel Vecchio Testamento
- La defezione nel Nuovo Testamento
- Le caratteristiche del falso discepolo
- L'attrazione per la folla
- La fascinazione per il soprannaturale
- L'interesse solo per i benefici terreni
La Critica al Movimento Carismatico
Il Movimento Carismatico è stato oggetto di costante critica per molti anni. Si è spesso sostenuto che la maggior parte delle persone coinvolte in questo movimento non è composta da veri credenti, non sono veri cristiani. Questa critica si basa sull'idea che questi individui non comprendono e non credono nel vero Vangelo. In effetti, ciò che emerge dai fatti e dalle evidenze è che queste persone non soddisfano i requisiti per comprendere il vero significato della salvezza. Pertanto, è del tutto legittimo criticare il Movimento Carismatico per aver confuso le persone in merito al concetto di vera salvezza. Nulla è più disastroso che far credere alle persone di essere veri seguaci di Gesù Cristo quando in realtà non lo sono. Nessun ministro dovrebbe mai basarsi su tale atteggiamento. Dobbiamo tornare alle parole di Gesù e ricordare il Suo primo sermone a Grace Church nel lontano febbraio 1969, quando nel Libro di Matteo 7 disse: "Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato nel tuo nome? e nel tuo nome cacciato demòni? e nel tuo nome fatto tumulti?". E la Sua risposta fu: "Allontanatevi da me, operai di iniquità, non vi ho mai conosciuti". Sin dall'inizio del ministero, sia qui che altrove, dobbiamo tener presente quanto sia cruciale per le persone esaminare il proprio cuore, come dice Paolo nella Seconda Lettera ai Corinzi 13:5, per verificare se siamo davvero nella fede, poiché è chiaro che il nostro Signore ha posto un'enfasi su questo punto. Ci sono persone che si avvicinano a Gesù, al Vangelo, al cristianesimo, alla chiesa, ma poi si allontanano e abbandonano. Non durano... non perseverano. Gesù stesso ha detto che chi persevera fino alla fine sarà salvato. Ed è evidente che ci sono molti disertori, lo abbiamo tutti sperimentato. Coloro di noi che sono cristiani da molto tempo sanno che ci sono persone che hanno fatto una professione di fede in Cristo, ma poi si sono allontanate dal Vangelo, dalla chiesa, dal loro interesse per Cristo e per la Parola di Dio. Comprendiamo tutto ciò. Un disertore è un traditore, ed è una parola forte. Un disertore è un apostata, ed è un termine ancora più forte. Ma tutti quanti abbiamo avuto persone come queste nella nostra vita. Ho conosciuto molte persone simili, in cui ho investito molto tempo e sforzi personali, e ho sempre pensato il meglio di loro, solo per scoprire in seguito che non erano veri seguaci di Gesù Cristo. Gli apostoli stessi hanno sperimentato questa situazione, come anche l'apostolo Paolo, così fedele, così sacrificale, così amato e veramente il padre spirituale di tanti nel mondo gentile durante l'epoca della fondazione della chiesa. Nel suo ultimo libro, la Seconda Lettera a Timoteo, ha guardato indietro alla sua vita e ha detto: "Tutti quelli che sono in Asia mi hanno abbandonato", e poi nel quarto capitolo dice: "Demas mi ha abbandonato..." eppure, quando ho dovuto fare la mia prima difesa, nessuno mi è stato vicino. Ha riconosciuto che ci sarebbero stati traditori nella chiesa. E noi tutti lo capiamo. È doloroso quando accade nel nostro cerchio di amicizie, quando conosciamo persone che un tempo professavano interesse per Cristo e ora non lo fanno più. È davvero doloroso quando a compierlo sono i nostri figli e i nostri coniugi. Sentiamo il dolore in modo acuto. Ma questa è la realtà ed è per questo che 1 Giovanni 2:19 è nella Bibbia quando afferma: "Sono usciti da noi, ma non erano dei nostri; perché se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; ma se ne sono andati fuori affinché fosse manifestato che non tutti sono dei nostri". Ci saranno dei disertori. Non vogliamo favorirli o agevolarli. Non vogliamo renderlo comodo per gli ipocriti. Non vogliamo renderlo facile per i falsi seguaci di Gesù Cristo. Vogliamo essere cristallini su ciò che significa essere un vero cristiano e un falso cristiano, un vero discepolo e un falso discepolo. La Bibbia fa tantissimo caso alla defezione spirituale, a conoscere la rivelazione di Dio, a comprendere la rivelazione di Dio e poi voltarsi le spalle e allontanarsene. E non è solo un tema del Nuovo Testamento. Questo tipo di problema è presente anche nel Vecchio Testamento. Infatti, è un tema ricorrente nel Vecchio Testamento, su cui i profeti ripetutamente si sono rivolti a Israele infedele e Giuda infedele dicendo loro: "Vi siete allontanati", come dice Geremia, o come afferma Isaia: "Avete abbandonato il Signore, vostro Dio, e avete camminato via". Questo è un problema ricorrente nell'Antico Testamento, sul quale i profeti hanno parlato. In effetti, non è solo un problema di Israele. Ad esempio, nel Libro di Isaia 16:9, Dio dice a Moab: "Vi bagni con le mie lacrime, il Mio cuore suona come un arpa". Dio sta piangendo per la disinteresse di Moab per la verità che riguarda Lui e a cui sono stati esposti. La tristezza di Dio è simboleggiata dal suono melanconico di un'arpa, e Dio piange attraverso il Suo profeta per Moab e la sua defezione. Inoltre, nel Libro di Isaia 22, in una breve sezione composta dai versi dal 12 al 14, nuovamente Dio piange attraverso il profeta. E dice: "Il Signore Dio chiama al pianto, a lamentazioni, a calvizie, a vesti di sacco...'' ,Care non solo la teologia della defezione, ma anche il dolore che Dio prova per questa defezione. Infatti, non è solo la defezione in sé, è anche il dolore che Dio prova per questa defezione. In Isaia 59:13, il popolo è accusato dal profeta perché si sono allontanati da "Dio nostro...si sono allontanati da Dio nostro". Si tratta del Dio che appartiene a noi, il Dio che si è rivelato a noi, il Dio che conosciamo. E Geremia forse fornisce un'indicazione per noi sull'essenza di questo tipo di defezione. Geremia, che ha parlato ripetutamente la Parola di Dio a Giuda. Egli dice nel 2° capitolo, versetto 13, Dio parla attraverso il profeta e afferma: "Due mali ha commesso il mio popolo: mi hanno abbandonato, sorgente di acque vive, per disseppellire per sé cisterne, cisterne rotte che non possono contenere l'acqua". Stanno sostituendo qualcosa per Dio, il vero Dio che conoscono, il Dio che si è rivelato loro ripetutamente. Poi, più avanti nello stesso capitolo, al versetto 19, Geremia scrive: "Le tue malvagità ti puniranno; le tue infedeltà ti rimprovereranno. Sappi adunque e constata quanto sia malvagio e amaro abbandonare il Signore, tuo Dio. Eccesso è, in- verità, l'abbandonare il Signore, il tuo Dio, e non nutrire alcun rispetto per lui. Oracolo del Signore, Dio degli eserciti. Poiché da lungo tempo ho rotto il tuo giogo, ho spezzato le tue catene; e tu hai detto: "Non voglio essere dominato". Sulla cima di ogni monte elevato e sotto ogni albero al- to stendesti il tuo giaciglio, come la prostituta". Ciò si riferisce alla creazione di idoli nei boschetti e l'adorazione di questi idoli, una sorta di adulterio spirituale, un adulterio spirituale. "E, poi che avrai lavato con nitro e molti lustrini il tuo corpo, è grave la tua iniquità, pres- tamente mi regge dinanzi; oracolo del Signore Dio". Di nuovo, le circostanze gravi e le conseguenze annunciato su un popolo che si allontana da Dio, il Dio che si è rivelato loro. Nel capitolo 3, versetto 20, il profeta scrive: "Le parole del loro Dio sono queste: "Come l'adultera di- sprezza il suo amico, così avete disprezzato voi me, o casa d'Israele, oracolo del Signore". Proprio come un'adultera disprezza il marito, così vi siete comportati disprezzando Dio. E ancora, nel capitolo 3, versetto 21-25, il profeta scandisce il dolore che Dio prova a causa della defezione e dell'apostasia del popolo. Queste son solo alcune delle parole tratte dal libro di Geremia, ma già mostrano l'enormità del dolore che Dio prova per questa defezione. Nel capitolo 9, versetto 18, dice: "Vieni con le lacrime agli alti di Sion, e domande per noi la tua grazia con grande urgenza affinché i nostri occhi distillino acqua e le nostre palpebre si gonfino di lagrime." Il versetto successivo è una lamentazione per la rovina di coloro che non hanno risposto all'appello a riconciliarsi con Dio. Quando si arriva a Geremia 31, vediamo ancora una volta come Dio pianga per questa situazione. Nel versetto 20, un versetto molto famoso nel libro di Geremia, Dio esprime il suo profondo dolore: "Risale alle labbra della mia bocca un lutto incontrastato del cuore. Il mio cuore si tormenta, si tormenta in me. Non posso tacere, perché o pallida accomuni la lira. La grazia mi ripugna come morte, È gravido angoscia. " I miei occhi risplendono di lacrime, Si spandono i sangue sugli occhi miei! Per la morte di mia gente il mio amabile nipotino Efod si consuma nelle piazze della città. Ogni gli avvampa Il cuore come una fornace che deve andare in fiamme. I miei occhi pressano dentro di me sussurri di dolore, le mie arterie sussurrano poesie bagnanti le mie ossa ancora mi inizia un fremito. Non c'è conoscenza del dolore che impedisce un poeta come essere sempre unico che cogliere le parole del dolore del dolore nella sofferenza. Tutto il modo si trova nella distanza. Non siamo solo qui per la nostra stessi, ma per il bene dell'altro, il dolore del povero e dello sventurato pianto. Senza la conoscenza di ciò che è veramente al cuore di Dio, siamo destinati a diventare falsi discepoli e ad abbandonare la nostra fede in Gesù Cristo. E' un triste stato per chi crede di essere un vero discepolo di scoprire alla fine di non essere un vero seguace di Cristo. La chiesa e i ministri del Vangelo devono fare attenzione a non cavillar sulle apparenze, ma a discernere il cuore stesso delle persone. Soltanto coloro che sono veri discepoli, disposti a riconoscere Dio in Cristo, ad adorare insieme a sé stessi, e non cercare solo il proprio interesse personale, diventeranno seguaci fedeli di Gesù Cristo. Questo dovrebbe essere l'obiettivo del ministero della chiesa - di educare le persone sulla natura del vero discipolato, di sostenere coloro che sono veri credenti e di individuare e correggere coloro che sono falsi. Possiamo solo pregare che Dio apra gli occhi al cuore umano e rivelare la verità a ciascuno di noi.